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Viaggio di Sola Andata.


Central Park 24.05.2017

Cari Amici,
esattamente 30 giorni orsono rientravo a Torino dopo un soggiorno di venti giorni nella città di New York.
Come spesso accade ogni viaggio porta con sè nuove esperienze, emozioni vissute e ricordi da serbare nel nostro prezioso scrigno chiamato Memoria.
Questo viaggio però oltre a quanto sopra ha rappresentato un'ennesima tappa in quel percorso di guarigione di (e da) me stesso. Sia ben chiaro che sono consapevole che la mia patologia è, a livello scientifico, incurabile e progressiva e scrivo questo perchè non voglio risultare superficiale e/o poco informato. Però in questi anni ho sperimentato e compreso in prima persona come la Malattia che mina il mio corpo, invisibilmente si era andata ad impossessare non solo del corpo ma anche di tutta quella mia sfera più intima che per facilità di comprensione potremmo chiamare Anima.
Una delle cose più affascinanti del mio percorso di Vita è stato l'aver compreso quasi subito di come Anima e Corpo fossero strettamente correlati, ma mi ci sono voluti mesi o forse meglio dire Anni per poter comprendere come questa correlazione si traducesse nel Vivere Quotidiano.
In tutto questo pasticcio nel quale mi sono trovato (o nel quale mi sono diretto...) avevo osservato il come alcuni stati emotivi o alcune situazioni mandavano in tilt il mio corpo.
E così per evitare di stare male quasi 5 anni fa' feci una scelta: eliminare le cause di stress. Scelta per certi versi molto sensata ed autoprotettiva, peccato però che con l'intento di proteggermi in realtà via via mi autoescludevo da tutta una serie di situazione che tanto bene facevano alla mia Anima.
Resomi dunque conto che rimanere rinchiuso in una "Campana Di Vetro" poco era utile nel processo di guarigione, via via ho iniziato a forzarmi a vivere quelle esperienze che ritenevo "Stressogene".
Nel 2016 ad inizio anno intraprendo un nuovo percorso lavorativo e grazie ad esso mi vedo costretto a viaggiare; acquisisco così fiducia e torno a prendere i treni, i pullmann e le navi. E poi in un crescendo di sfide da superare la Vita,attraverso e grazie a delle persone Speciali, mi regala l'opportunità di andare a visitare una città dei sogni New York.
Un viaggio semplice ma di certo con molte incognite.
Arriva il giorno della partenza e -come da copione- le gambe in fase di controllo alla frontiera italiana tremano. In quella situazione ho avuto la conferma di come le mie gambe che "meccanicamente" tremano, lo possono fare ancora di più se ho paura. E partendo da questa semplice conferma dei fatti ho compreso che dovevo usare i 20 giorni a New York per raccogliere più informazioni possibili sull'interazione mente-corpo.
Mano a mano che esploravo la città, mi rendevo conto che potevo fare più cose di quanto io stesso credessi. E così in una spirale virtuosa via via acquisivo più fiducia in me stesso e sapevo bene che la mia capacità di "far parlare" tra loro Corpo ed Anima era alla base del mio ritrovato equilibrio.
A questo punto il passo successivo era non più conoscere le paure bensì di abbandonarle. Come fare però non avevo la più pallida idea e sapevo bene che non era attraverso la Ragione che potevo comprendere come raggiungere il mio intento.
Passano i giorni, la città mi conquista e devo dire al termine di ogni giorno ero veramente Felice, ma la soluzione al mio quesito non "saltava fuori".
Sapevo che le Paure,anche se ben sopite, erano ancora presenti. 
Poi l'ultimo giorno a poche ore della partenza mi trovavo a Central Park a camminare (con il deambulatore) e ad un certo punto in momento che potrei definire di "maggiore Coscienza" mi rendo conto che stavo camminando relativamente bene, che in 20 giorni ero stato fisicamente bene e che insomma tutto procedeva al meglio. Lì, in quei pochi minuti, prendo consapevolezza di quanto "lavoro" ero riuscito a fare e così dentro di me ho compreso che era il momento di salutare le mie Paure, di lasciarle libere di vagare qua' e la' lungo le rive del Lago Grande di Central Park.
In un certo qual modo il superamento delle mie Paure è avvenuto non solo scoprendole ma anche dando loro -anche se in maniera puramente astratta- una forma fisica. Mi spiego meglio.
Se prima infatti spesso affermavo che per stare meglio dovevo fare mie le Paure, rendendo  queste ultime qualcosa di "fisico" mi sono reso conto di come queste fossero pesanti da portare con me e la soluzione più immediata era proprio quella di lasciarLe andare libere per la loro strada.
Rientrato poi a Casa, tutto il mio quotidiano è risultato essere molto più semplice.
Dopo Sei anni sono andato ad un battesimo, ho avuto il coraggio di prendere la funivia ed andare a 3500 mt. ed ancora ho avviato nuovi progetti ed altri ne avvierò.
Ed ora cosa mi attende?? Semplicemente Vivere il Qui ed Ora, e poter fare ciò finalmente libero dalla mia scomoda compagna di Viaggio chiamata Paura. 
Avanti, Sempre. :-)



Commenti

  1. che dire, caro Claudio, come sempre riesci a sfruttare al meglio il tuo difficile percorso. Ognuno lo chiami come vuole, coraggio, forza interiore, incoscienza, volontà, aiuto dall'alto (io nel periodo della malattia mi sono sentita "portata in braccio"), certo è che tu non smetti un attimo di mettere in gioco tutto il tuo essere, senza risparmiarti mai. Il tuo diario è una carezza (più spesso uno schiaffo) a noi, che spesso dimentichiamo il vero senso della vita. E per questo ti dico, come sempre GRAZIE.

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