Cari amici,
da alcune settimane non sono in grande forma ed ho avuto più tempo per riflettere sul mio percorso di vita e sulla vita in generale e così oggi voglio condividere con voi alcuni miei pensieri.
Ma veniamo a noi.
La Vita ha una sola direzione, è quella dettata dal fattore Tempo e questo implica che il corso degli eventi può procedere solamente nella direzione del dopo, fatto salvo ovviamente il momento presente.
Ma se per il tempo il fatto di andare avanti significa solamente aggiungere un secondo a quello appena trascorso, per un essere vivente il trascorrere del tempo comporta dei cambiamenti e tali cambiamenti sono maggiormente percepiti se la specie vivente a cui facciamo riferimento ha capacità cognitive evolute.
Noi essere umani, ad esempio, abbiamo ben chiaro che cosa significhi il fattore tempo e così grazie alla nostra evoluta capacità di pensiero nella nostra mente lo scorrere in avanti del tempo non è sempre l'unica realtà percepita. Vi sono attimi in cui il Passato torna "Vivo" o ancora in cui il Futuro entra di peso nel momento presente, quasi annullandolo.
Ma un essere umano, in quanto cosciente della propria identità,non solo è immerso nel tempo ma ha anche la capacità di vedere il proprio corpo evolvere ed invecchiare. Di fatto mi piace immaginare che tutti noi abbiamo due modi di percepire noi stessi. Il primo modo è quello legato alla nostra mente nella quale passato, presente e futuro possono coesistere ed il secondo è quello legato al fisico, il quale non può che invecchiare attimo dopo attimo.
Fatta questa premessa e confrontandomi con il mio percorso di vita posso affermare che anche io, in quanto faciente parte del Tutto, non ho altre strade se non quella di "andare avanti" e pertanto da molti anni ho fatto mio il pensiero che la mia vita debba essere proiettata in un possibile domani, consapevole del qui ed ora.
Ma "Andare Avanti", cosa significa per me? Preso atto che ho ben compreso di avere un tempo finito, come sto agendo??
Ebbene rispondere a queste due domande richiederebbe moltissimo spazio, ma sintetizzando al massimo posso dire che al concetto di "Andare Avanti" ho sostituito il concetto di "Fare tutto quanto le mie forze mi permettono, nel tempo presente". Questo non implica che io non creda più in un domani, ma bensì ho acquisito la consapevolezza che quel domani non mi è dovuto, che io potrei non esservi più.
Mi spiego meglio. Da persona ordinata,precisa ed amante del controllo, all'inizio del mio nuovo percorso ho cercato di normalizzare la situazione che stavo vivendo e così spesso dicevo: "la malattia sta andando piano e dunque le gambe andranno ancora 5 - 10 anni" o ancora "intraprendo questo progetto, ed entro 12 mesi avrò raggiunto quell'obiettivo". Ma ,come ben potrete immaginare, il mio desiderio di pianificazione si è scontrato con eventi ed evoluzioni in buona parte fuori dal mio controllo e così ecco spiegato il fatto che io mi sia adattato con il dire (e pretendere da me stesso) che devo fare tutto il possibile, nel tempo presente.
Scrivo questo perchè analizzando gli ultimi anni di vita, osservo come spesso i miei progetti -anche se minuziosamente pianificati- sono spesso stati oggetto di insuccesso e al rovescio la vita mi ha regalato situazioni e progetti in cui seguendo il naturale percorso degli eventi ho ottenuto buoni (per non dire ottimi) risultati.
Quanto accadutomi - sia per quanto concerne la salute che non - mi ha permesso dunque di (ri)scoprire la mia identità interiore e mi sta insegnando che il mio precedente modo di pensare va' definitivamente abbandonato. Tutto questo non è facile, almeno per me non lo è, ma sono determinato nel riuscirvi.
Ammetto che desiderare di raggiungere un determinato obiettivo, e spesso riuscirvi era rassicurante , molto rassicurante. E così ora la mutata situazione mi crea qualche insicurezza, ma detto ciò sto imparando a convivere con tutto questo.
Usando una metafora, prima immaginavo di essere il capitano di una grande nave mercantile che trasportava delle merci da un porto all'altro :tracciata la rotta, i porti in cui fermarmi e l'equipaggio che mi avrebbe accompagnato la merce sarebbe sicuramente arrivata a destinazione. Oggi come capitano ho acquisito maggiore esperienza e così ho compreso che se è ancora giusto accettare l'incarico di trasportare le merci da un porto all'altro, tuttavia devo far mio il pensiero che durante il viaggio potrà accadere di dover far sosta in porti sconosciuti e remoti. Durante il viaggio poi forse accadrà di perdere alcune persone dell'equipaggio e di trovarne di altre, ed ancora non è detto che io veramente riuscirò a portare a compimento il mio incarico però quello che conta davvero non è aver raggiunto il porto, con la merce intatta, ma aver vissuto in pieno il viaggio stesso.
Come spesso accade, nella mia mente, frullano ancora molti pensieri ma avrò modo di scrivere nuovamente nelle prossime settimane.
Grazie per avermi letto e grazie se condividerete questo mio post, dal più profondo della mia anima vi auguro Buon Navigazione e che il mare sia a lungo placido.
Un abbraccio sincero, Claudio. :-)
È bellissimo questo paragone della vita con il mare... Tutto in continuo divenire,
RispondiEliminaÈ bellissimo questo paragone della vita con il mare... Tutto in continuo divenire,
RispondiEliminaProprio così, Fabrizia. Io credo che tutti noi facciamo parte di un tutto in continua evoluzione..e far parte di questo tutto mi da' energia! Grazie per il tuo commento :-)
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