Cari amici,
in queste settimane sto trascurando un po' questo blog. Spesso sento il desiderio di scrivere alcuni pensieri in libertà, ma il troppo lavoro spesso mi impedisce di passare ai fatti.
Ciò premesso, ben ritrovati!
La mia vita procede abbastanza bene, fisicamente posso dire di essere stabile mentre il morale e la voglia di vivere sono in ascesa e così se devo fare un bilancio questo è positivo!
Anche se ho poco tempo per scrivere, spesso però a fine giornata mi interrogo su molti aspetti del mio io e del mio relazionarmi con il mondo ed oggi vorrei parlarvi di cos'è stata e cos'è la perfezione per me.
Circa un mese e mezzo fa' un cliente al termine di una pratica un po' complessa mi dice: " Lei è una persona molto preciso e sono felice di aver collaborato con Lei".
Questo ,certo,è stato un complimento e ne sono felice, però la sera stessa e nei giorni successivi mi sono iniziato ad interrogare su che cosa si poteva sviluppare intorno al concetto di perfezione.
Partendo da lontano, ovvero da quando ero bimbo a detta di mia madre ero un bambino ligio al senso del dovere; a scuola poi mi hanno insegnato sin da subito che fare ciò che mi veniva richiesto era bene ed io per un misto tra pigrizia e comodità di risultato mi sono allineato alle "istruzioni" impartitemi nel corso degli anni. Le istruzioni di "corretto funzionamento" andavano dal "non copiare", al "fare il bravo" e via via con il crescere degli anni si è passati al "studia è un dovere...visto che sei iscritto a scuola", "devi ottenere questo voto" ed ancora " lavora, poniti degli obiettivi, raggiungili ed una volta raggiunti riparti da lì".
A questo punto punto voi direte che cosa c'è di male in quanto sopra?? Di fatto nulla, anzi sono tutti degli ottimi consigli che a mia volta trasmetterei ad un/a figlio/a, ad un/a collega o ancora ad un/a alunno/a...ma se poi guardo bene com'è stata la mia interpretazione di tali suggerimenti beh qui può nascere un'interessante riflessione.
Nel crescere sono stato così attento ad eseguire ciò di volta in volta mi veniva impartito, che quasi sin da subito ed in maniera totalmente involontaria ho cercato di raggiungere un buon risultato, o usando un termine forse qui un po' troppo forte la perfezione. E così per anni mi sono sempre detto che dovevo dare il massimo e cercare di fare le cose bene. Non sempre vi riuscivo e quando ciò accadeva era un modo per potermi migliorare e avanti di questo passo il mio modo di agire è diventato sempre più organizzato e teso al raggiungimento del meglio.
Insomma ero alla ricerca costante del miglior risultato, della perfezione.
Ma riflettendo più a fondo, questo desiderio di perfezione era anche dettato da una ben celata paura dell'evento non previsto e così cercavo di tenere tutto sotto controllo.
Per anni, direi parecchi, il meccanismo ha retto abbastanza bene. Complici le molte energie,il caso e l'entusiasmo di un ragazzo che stava diventando uomo, spesso accadeva che mi prefiggevo un obiettivo e riuscivo a raggiungerlo e via così.
Ma la vita è maestra e ad un certo punto le molte energie sono venute meno, tutto si è fermato nel giro di pochi mesi e questo mi ha destabilizzato e non poco.
Abituato com'ero ad avere tutto sotto controllo (o almeno a me pareva così), tutto era in disordine e sistemare il tutto era tremendamente complesso.
Da una vita perfetta ero piombato in una realtà nella quale dovevo confrontarmi con l'imperfezione. Le gambe che tremano, il lavoro diventato incerto e su tutto un futuro ipotecato da una complessa malattia.
Partendo da questa condizione, nel giro di circa quattro anni partendo dalla mia imperfezione ho imparato a costruire una nuova vita fatta di tanti bei risultati circondato da molte persone che mi vogliono bene.
La mia vita, seppure imperfetta se paragonata ai modelli della società, è per me meravigliosa. Le mie ore, le mie giornate sono scandite da un senso di libertà mai provato prima. L'aver chiaro che tutto, compresa la mia stessa esistenza, è incerto ed effimero fa' sì che io mi aggrappi con forza al momento presente e lo viva in piena.
Il cambiamento non mi fa' più paura, non ho più paura delle mie gambe che ogni tanto tremano, non ho più paura del domani. E così finalmente libero dal desiderio di perfezione e di controllo del tutto, posso usare le mie energie per vivere al meglio il mio tempo, consapevole che l'unica vera imperfezione da eliminare è il desiderio stesso di essere perfetti.
Con questo pensiero chiudo questo post; spero sinceramente di non avervi annoiato raccontandovi una parte della mia vita e come sempre vi ringrazio se condividerete questo post con i vostri amici.
Buona vita a tutti noi, un abbraccio Claudio Giordana.
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