Cari amici,
spesso uso il blog per condividere con Voi stati d'animo, semplici episodi della mia vita e perchè nò le emozioni che provo. In questo post vi racconterò di un'esperienza di vita veramente per me indimenticabile; ma veniamo ai fatti.
Il 17 di Giugno 2015 il comitato 16 Novembre, aveva indetto in quel di Roma un presidio di protesta dei malati di Sla e non al fine di richiedere fondi, fondi essenziali per garantire sia ai malati di Sla che agli altri malati un'assistenza domiciliare efficace e degna di uno stato civile. Questo era il quattordicesimo presidio in poco meno di cinque anni ed io per la prima volta vi partecipavo.
Premetto che al presidio ero arrivato dopo un periodo di grande crescita mentale e di riacquisita fiducia in me e nelle mie possibilità di vivere eventi sociali complessi. Ero così cresciuto mentalmente al punto di riuscire nuovamente (dopo quasi 4 anni di rinunce) a partecipare ad un matrimonio,matrimonio che peraltro mi vedeva come testimone dello sposo ...insomma al presidio arrivavo bello "carico" sia sotto il profilo mentale che morale.
E così il 16 pomeriggio, io con la mia sedia a rotelle ed accompagnato da mia sorella parto per Roma. Il treno viaggia veloce ed in poche ore raggiungo la Capitale ed eccomi dal gruppo. La sera stessa conosco parte del gruppo, belle sensazioni ma il tempo è poco bisogna andare a nanna. Arriva poi il giorno del presidio e davanti ad un Ministero piano piano arrivano mamme, papà, mariti, mogli e figli di persone malate (alcune anche già decedute) , oltre a queste ci sono i sani che credono nella causa ed ancora vedo arrivare le ambulanze ed i mezzi attrezzati che trasportano chi per seri problemi di salute non può muoversi su una semplice auto. Il gruppo è al completo e un osservatore esterno potrebbe dire chissà che rabbia provano quelle persone che ,anche in gravi condizioni di salute, si ritrovano davanti ad un ministero per richiedere dei soldi che in uno stato civile dovrebbero essere riconosciuti in automatico. Ma la realtà è ben diversa, visto dal presidio tutti siamo pacificamente riuniti per chiedere solamente di essere ascoltati ed aiutati. Respiro delusione, tanta fatica ma anche una grande serenità il tutto accompagnato da un'enorme forza interiore. Parlando con altre persone sento storie una più vera (e toccante) dell'altra, le lacrime sembrano voler fare capolino sui visi di molti ma poi hanno la meglio un sorriso sincero, la voglia di vivere e di reagire;i discorsi più profondi diventano leggeri e le tante lamentele che spesso mi capita di sentire non esistono più.
La mattina corre veloce ed io provo una sensazione di grande serenità, ma anche di "piccolezza". Quattro anni sono passati dalla diagnosi, io sono cambiato e maturato molto ma improvvisamente sono entrato in contatto con persone dalle quali ho solo tantissimo da imparare.
Un veloce panino per pranzo e poi il presidio continua ed io ,come spesso amo fare, parlo con gli altri e sento altre storie ma vivo anche momenti di grande ed incredibile spensieratezza. Il presidio dopo quasi 10 ore termina, l'obiettivo è stato raggiunto e si torna in albergo. Sul momento non mi rendo conto di quante emozioni avevo immagazzinato dentro di me, ma poi tornato a Torino ed alla quotidianità mi rendo conto di quanto quest'esperienza mi aveva ed mi ha lasciato.
Su tutto una visione della vita migliore. La bontà, l'umanità, lo spirito di lotta per un obiettivo comune ed il vero amore esistono ancora e sono principi cardine di molte persone. E poi come non parlare della forza dello spirito, mi spiego meglio. Nella mia vita ho avuto modo di conoscere grandi manager, uomini e donne di indubbio successo ma mai avevo incontrato dei superuomini e delle superdonne. Molti definiscono come guerrieri le persone che ho avuto modo di conoscere , io li vedo come l'espressione più completa dell'essere umano, essere umano che nonostante sia piegato da grossi problemi di salute riesce ad elevarsi a pura mente e grazie ad essa compiere azioni che fanno impallidire molti "sani".
Se dovessi ascoltare le mie emozioni potrei andare avanti righe e righe a scrivere i miei pensieri, ma molte sensazioni devo e voglio serbarle per me, almeno per ora.
Ci tengo però a chiudere questo mio post con l'invitare i "sani" a riflettere sulla vera essenza della vita, a rallentare ed a prendersi del tempo per cercare di capire che cosa è veramente importante e che cosa no'. Fermatevi, spegnete gli smartphone e guardate il mondo intorno a voi e soprattutto godete del vostro tempo e della vostra salute. Tutto è incredibilmente incerto, e più sarete (..saremo) connessi con il nostro vero io e meglio staremo. Il denaro, la carriera e tutto ciò che si può comprare è nulla di fronte all'amore vero (...sia esso per un figlio, una moglie o per la vita stessa).
In ultimo invito anche i malati con i quali spesso mi capita di parlare, di aprirsi al mondo ed a se stessi. Da persona con un guaio di salute vi consiglio di non porvi domande del tipo "perchè a me" o "cosa farò se la malattia progedirà" etc. etc. . Lottate (...anzi lottiamo) per guarire ed usate (..anzi usiamo) le vostre energie e mentali per trasformarvi in supereroi, ognuno di noi lo è basta che se ne renda conto!
Ovviamente quanto da me scritto, non vuole essere una lezione di morale a nessuno, ma è semplicemente la trasposizione in bella dei miei pensieri e vi chiedo scusa qualora vi avessi dato questa sensazione.
Ora però basta scrivere, è il momento di ringraziarvi per avere letto questo post e come sempre se vi piace condividetelo anche con i vostri amici!
Un abbraccio forte e sincero ad ognuno di voi, buona vita :-) :-* <3
da "sana" sarebbero le parole che avrei voluto scrivere io, dopo alcuni presidi e amica di persone "guerriere". Grazie per aver condiviso il tuo pensiero. un forte abbraccio. Nella
RispondiEliminaGrazie mille, cara Nella!! Un abbraccio forte forte e buona serata :-)
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