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La forza che c'è in noi.

Cari amici,
rieccomi qui a condividere con Voi su come sta procedendo la mia vita condito da qualche spunto di riflessione.
Parto con il dire che le cose vanno così così: i guai alle gambe sono molto presenti nella mia giornata e da qualche giorno anche la mano destra da' fastidio...ma come scrivo spesso inutile concentrarsi su ciò che non va' ma è bensì più utile e motivante soffermarsi su ciò che ho. E così sto ricalibrando i miei ritmi sulla base del mio fisico che è cambiato e continua a cambiare, e di fatto vivo giornate altrettanto piene e abbastanza serene.
Solo con il calare della sera qualche nube di troppo si addensa nei miei pensieri..ma d'altro canto sarei anormale se non avessi fasi un po' meno spensierate ed intense.
Dopo avervi raccontato un po' di me vorrei soffermarmi qualche riga sul termine forza e su cosa esso significhi.
Nella lingua italiana "Forza" indica principalmente potenza fisica, energia materiale o mentale, ma anche coraggio e solidità.
Nell'educazione che ho ricevuto sin da bambino mi son sentito dire frasi del tipo "mangia questo perchè diventi forte" , o devi "avere e/o sviluppare un'anima forte" e ancora "fatti forza che i sacrifici vengono ripagati" . Insomma sin da bambino sono stato spronato a sviluppare la forza fisica e mentale che era in me e questo spesso in un'ottica molto competitiva, come se tutto fosse mirato a primeggiare e ad essere più bravo (o forte) del prossimo.
La debolezza mi è stata presentata come un male, come qualcosa da evitare.
Mi è accaduto pero che con la malattia la forza (quella fisica) che era in me è venuta meno e con essa (almeno in parte) quella mentale.
Come reagire dunque. D'istinto seguendo i miei insegnamenti passati, il mio approccioè stato di cercare di rinforzarmi: mi spiego meglio.
Se il fisico perdeva energie io facevo più esercizi fisici, se io ero giù di morale cercavo strategie (o forse stratagemmi..) per tornare di buon umore. Questo l'ho fatto per quasi due anni ed ha funzionato direi bene, ma c'è un però. Quante energie ho impiegato nel fare ciò?? E poi questo processo di crescita può essere infinito??
E così dopo mesi spesi a diventare più forte mi sono reso conto che il mio modo di approcciarmi al problema era non solo dispendioso di energie ma che ad un certo punto non funzionava più bene.
Ho pensato,quindi, di cambiare punto di vista e di riflettere sull'opposto della forza e cioè la debolezza ed ho iniziato a cercare di capirla,di non averne paura e farla mia.
E dopo un paio di mesi di transizione mi sono reso conto che essere deboli non è male, anzi. Scoprire di essere deboli ci permette meglio di valutare la nostra forza e nel mio caso sentirmi debole mi fa' rendere conto non solo di quanto sono limitato ma anche che la "competizione" con il prossimo (per me il raffronto persona sana/persona malata) è fine a se stesso.
E così nelle ultime settimane la consapevolezza di essere debole è entrata di pieno diritto nel mio modo di essere, e come per magia questo mi fa' stare bene. Se le gambe tremano, continuo sì a fare esercizi e a non abbattermi ma nel contempo faccio di tale deficit un punto a mio favore. Se dovessi racchiudere tutto in poche parole potrei dire che :  
"la mia forza aumenta nel rendermi conto di essere debole".
Ovviamente questo è un mio pensiero, e come tale è soggetto a tutte le critiche del caso ed alle revisioni che la vita inevitabilmente porterà con sè ma -ad oggi- questo approccio mi fa' stare meglio e questo mi basta.
Come sempre grazie per aver dedicato qualche minuto a leggere i miei pensieri e se questo post vi è piaciuto e vorrete condividerlo con i Vostri amici o sulle Vostre bacheche io ne sarò felice.
Un caro saluto a tutti e che la forza e/o la debolezza sia con Voi ;-) . Claudio :-) .

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