Per la ricetta del panettone,cliccate qui ;-). |
Cari amici,
è da qualche settimana che non scrivo qui nel mio blog. Il motivo?? Semplice la vita quotidiana con il suo solito tran tran mi sta di nuovo impegnando le giornate.
Con l'arrivo del freddo, le mie gambe faticano ed alcuni giorni è veramente complesso muoversi fuori dagli ambienti caldi... e pensare che io adotto tutta una serie di strategie per stare il meglio possibile: dallo stretching mattutino, ai miei essenziali pantacollant ultra isolanti..ma tutto questo a volte non basta.
Grazie ,però,alla strordinaria capacità di adattamento del corpo (..e anche della mente) sono diventato bravo nel gestire le "crisi" e così appunto la vita quotidiana ha ripreso il suo corso.
Se sto meglio ciò è anche merito del fatto che ho abbassato notevolmente i miei ritmi e parlando di lavoro (sono un subagente assicurativo per il gruppo Allianz) non vado più in ufficio e soprattutto non mi espongo più a quelle situazioni che tanto fanno tremare le mie gambe.
Ciò premesso, come immaginerete, ho più tempo e così ogni tanto mi dedico a cucinare e con l'approssimarsi del Natale mi sto cimentando nel tentativo di fare un panettone.
Partendo da questo tentativo, vi svelo che negli ultimi 4-5 anni ad ogni Natale avevo il desiderio di provare questa ricetta, ma poi per "MILLE IMPEGNI" non ho mai messo "le mani in pasta".
Eppure per preparare un panettone ci vogliono sì e no' 1 ora e mezzo ,ma io in anni non ho mai trovato quel tempo.
Prima di condividere il mio percorso di vita con la malattia, la mia vita era frenetica e alla luce di ciò preso (o forse travolto) dal turbinio degli eventi non avevo mai tempo per me e per fare ciò che mi appagava.
Quando due settimane fa', ho cotto il mio primo panettone mi sono reso conto di quanto a volte per seguire i propri doveri/sogni (o forse le ombre di essi) si perda di vista il proprio io, le proprie passioni.
E questo (a mio modo di vedere la vita) può essere un errore.
Il tempo procede in una sola direzione, avanti.
Noi siamo finiti e "il domani" non ci è garantito e pertanto perchè rimandare a domani ciò che appaga il nostro io??
Nel mio caso la risposta è semplice non dedicavo del tempo a me stesso perchè da un progetto passavo all'altro, ma in realtà non avevo ben chiaro dove volessi andare.
Ebbene grazie alla mia esperienza ho compreso che ritagliarsi del tempo (anche poco) per fare un panettone può appagare quanto ,se non di più, seguire mille progetti.
Sapete, nei miei ricoveri mi hanno molto colpito le storie di quei malati avanti negli anni (80 anni e più) i quali sino ad allora avevano avuto una vita piena, soddisfacente e in salute...ma non avevano avuto tempo per se stessi e per i propri cari e così rimpiangevano (e spesso piangevano come dei bambini) il non aver accompagnato i figli a scuola,aver visto quel luogo o fatto quella cosa. Loro, usando una metafora, non avevano trovato il tempo per preparare il Loro Panettone ed ora non potevano più impastare i vari ingredienti o perchè questi ultimi non erano più disponibili o perchè le mani non permettevano più di maneggiare l'impasto.
Insomma prendiamoci cura di noi stessi: che sia lo stare da soli a guardare un panorama o trascorrere un pomeriggio in compagnia delle persone a cui si vuole bene, l'importante è dedicarsi del tempo.
Assecondiamo,ogni tanto,il nostro vero io e così facendo immagazzineremo emozioni che ci torneranno utili nei momenti del bisogno. Perchè quando si è in un letto di ospedale ciò che nutre la nostra mente sono i nostri ricordi e le emozioni ad essi collegato..tutto il resto (posizione sociale,soldi,e tutto ciò che è materiale) non conta più.
In ultimo condivido con voi un passo -che mi è piaciuto molto- tratto da un discorso fatto da Steve Jobs :
"Se oggi fosse l’ultimo giorno della mia vita, vorrei fare quello che sto per fare oggi?”. E ogni volta che la risposta era “No” per troppi giorni consecutivi, sapevo di dover cambiare qualcosa.
Ricordare che sarei morto presto è stato lo strumento più utile che abbia mai trovato per aiutarmi nel fare le scelte importanti nella vita. Perché quasi tutto - tutte le aspettative esteriori, l’orgoglio, la paura e l’imbarazzo per il fallimento - sono cose che scivolano via di fronte alla morte, lasciando solamente ciò che è davvero importante. Ricordarvi che state per morire è il miglior modo per evitare la trappola rappresentata dalla convinzione che abbiate qualcosa da perdere. Siete già nudi. Non c’è ragione perché non seguiate il vostro cuore."
Un grande abbraccio, Claudio Giordana. :-)
Ps: il panettone non mi è venuto gran che..oggi ci ho riprovato..domani mattina lo cuocio e spero venga bene :-) ..ciao :-)
Commenti
Posta un commento